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Cosa è la giurisprudenza e quale è la sua funzione?

Piccoli chiarimenti sul tema.

Spesso, quando si parla con un avvocato o con un altro “operatore del diritto”, accade che si faccia riferimento alla giurisprudenza. Del tipo: “non possiamo agire in questo modo o è preferibile agire in quest’altro, perché la giurisprudenza in materia ha chiarito ….”.

Come è facilmente intuibile, in questi casi, con il termine giurisprudenza non si vuole far riferimento alla facoltà universitaria, bensì ai criteri utilizzati dai giudici per interpretare e, quindi, applicare le norme.

Le sentenze non sono vincolanti per tutti i soggetti non coinvolti nel processo alla conclusione del quale vengono adottate.

Allora, perché le sentenze sono importanti?

Costituiscono un precedente, anche se non vincolante.

Possono essere utilizzate per comprendere come, in un determinato momento storico, si interpreta e si applica una norma, così da risolvere (o meglio, tentare di risolvere) un caso analogo a quello affrontato dalla sentenza o per adottare un determinato comportamento invece di un altro.

Le leggi, capita molto spesso, non sono chiare. Presentano delle lacune e lasciano spazio a diverse e difformi interpretazioni. Conoscere, quindi, l’opinione della giurisprudenza (in gergo, l’orientamento giurisprudenziale) diventa molto importante.

Di solito si distingue, la giurisprudenza di merito dalla giurisprudenza di legittimità, per indicare, nel primo caso, la giurisprudenza che proviene dai Tribunali, dai Giudici di Pace e dalle Corti di Appello (che valutano il merito della causa) e, nel secondo caso, la giurisprudenza della Corte di Cassazione, il supremo organo giudicante in Italia che (per quanto ci interessa in questo momento) non può entrare nel merito della questione (non può dire chi ha ragione o chi ha torto), ma può solo chiarire se una norma è stata interpretata e, quindi, applicata in modo corretto o meno (questo vale per il processo civile, per il penale cambia qualcosa).

E’ inutile nascondere che la giurisprudenza di legittimità ha un grosso peso, poiché la Corte di Cassazione, che si trova solo ed esclusivamente a Roma, ha competenza per tutto il territorio nazionale e, soprattutto, costituisce il terzo e ultimo grado di giudizio e deve garantire un’interpretazione uniforme delle norme, svolgendo, per l’appunto, una funzione nomofilattica.

Non è raro, però, che all’interno delle sezioni della Cassazione sorga un contrasto sull’interpretazione di una norma, o che tale contrasto sia sorto all’interno di una stessa sezione, così che sia necessario ed opportuno l’intervento delle sezioni unite della Corte di Cassazione che chiariscano come la singola norma vada applicata.

In un’ipotetica classifica, dunque, la giurisprudenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione ha un peso superiore rispetto a quella proveniente dalle singole sezioni.

Ma questa affermazione rimane solo ipotetica, poiché non è escluso che le pronunce delle sezioni semplici, su un tema già affrontato dalle sezioni unite, valutino in modo autonomo la stessa questione, manifestando, così, un’evoluzione e un mutamento nel modo di interpretare le norme o di affrontare una determinata problematica.

Anche la giurisprudenza di merito ha il suo peso.

E’ quella più vicina al comune cittadino e soprattutto è quella che, fisiologicamente, interpetra per prima le norme, dopo la loro entrata in vigore.

E’ inevitabile: il giudizio (mi riferisco a quello civile) incomincia proprio innanzi al giudice del merito, vale a dire, innanzi al Giudice di Pace o al Tribunale, per proseguire, a seconda dei casi, innanzi al Tribunale o alla Corte di Appello e per terminare, infine (dopo che sono passati diversi anni), in Corte di Cassazione.

Quindi, conoscere l’orientamento dei giudici di merito, diventa molto importante.

Molto diversa è la giurisprudenza della Corte Costituzionale, poiché le pronunce di questo organo sono vincolanti per tutti. Perché?

Un ruolo della Corte Costituzionale è quello di “giudice delle leggi”: controllare la compatibilità delle leggi con la nostra Costituzione.

Quindi, quando ritiene che una legge o una norma contenuta in una legge non soddisfa i principi costituzionali, adotta una sentenza che ne dichiara l’illegittimità costituzionale, provocando la sua abrogazione.

E’ ben possibile, poi, che con le sue interpretazioni, la Corte Costituzionale vada a colmare delle lacune normative, dichiarando l’illegittimità costituzionale di una norma nella parte in cui non ha previsto una determinata fattispecie.

In questa piccola guida sul concetto di giurisprudenza non può mancare un cenno sulle “massime”.

Cosa sono le massime giurisprudenziali?

La massima non è altro che un riassunto, una breve enunciazione del principio che la sentenza ha espresso.

Di sicuro, agevola il lavoro, poiché non è necessario leggersi tutta la sentenza per arrivare al “dunque”, ma è sempre preferibile non fare i pigri, almeno per le pronunce ritenute importanti, poiché dall’intera sentenza è possibile comprendere l’iter logico e giuridico seguito dal giudicante.

Non è da sottovalutare l’utilità delle massime, la Corte di Cassazione ha persino un apposito ufficio che le produce.

Le massime provenienti dalle sentenze di merito, invece, sono il frutto del singolo commentatore o della rivista sulla quale vengono commentate o semplicemente riportate.

Avv. Gennaro Marasciuolo

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